Neem Olio di neem
L’albero Neem (Azadirachta Indica) è un albero di media misura caratterizzato dal suo tronco dritto dalla corteccia scanalata che va dal grigio al marrone scuro e dalla sua rotonda e densa chioma di foglie pinnate. E’ nativo dell’India sub continentale ma si trova in altre aree tropicali e sub-tropicali ed e membro della famiglia degli alberi Mogano. Essendo un sempre verde è raramente spoglio quindi garantisce ombra tutto l’anno nei climi caldi e fiorisce abbondantemente durante la primavera.
Avendo il Neem un legno resistente alle termiti è utile per le cosrtruzioni di edifici, per fare mobili e oggetti di falegnameria in generale; in più la corteccia del Neem produce tannino e gomma. La gomma di color ambra è usata per tingere stoffe e nella mistura delle medicine tradizionali.
Ha numerose proprietà medicamentose tanto che in India lo chiamano "la farmacia del villaggio". Per secoli gli indiani sono ricorsi a questa pianta per curare dolore, febbre e infezioni. All'inizio di ogni anno molti indù ne mangiano qualche foglia. Inoltre si puliscono i denti con i suoi rametti, curano i disturbi della pelle con il succo ricavato dalle foglie e ne bevono l'infuso come tonico.Negli ultimi anni gli scienziati hanno manifestato crescente interesse per il nīm. Tuttavia una relazione scientifica che illustra i possibili impieghi di questa pianta avverte: “Anche se pare che le possibilità siano quasi illimitate, non si sa ancora nulla di preciso sul nīm. Gli scienziati più entusiasti di questa pianta e dei suoi possibili impieghi ammettono che nella fase attuale le prove a sostegno delle loro aspettative non sono definitive”. Nondimeno la relazione dice anche: “Due decenni di ricerche hanno messo in luce risultati promettenti in così tanti campi che questa oscura specie potrebbe tornare enormemente utile sia ai paesi poveri che a quelli ricchi. Perfino alcuni dei ricercatori più cauti dicono che il 'nīm merita di essere definito una pianta portentosa'
I benefici dell’albero Neem per l’uomo
L’essere umano ha cercato per molti anni di fortificare la sua salute e di curare varie malattie con rimedi naturali. Mentre rimedi come il Giseng ed Echinacea sono molti conosciuti, la ricerca ha dimostrato che il Neem ha una gamma maggiori di usi di qualsiasi altra pianta. Il Neem è stato largamente usato nei rimedi per il benessere e di bellezza per molti secoli. La prima testimonianza del suo uso risale a 4500 anni fa, ancor prima che gli antichi erboristi scoprissero i benefici del Salice, Timo, Mirra e Pino.
I primi scritti medici Sanskriti riferiscono i benefici dei frutti, semi, olio, foglie, radici e corteccia del Neem. Di conseguenza, non ci meraviglia che il Neem dell’India sia chiamato in modo affetuoso “la farmacia del villaggio” perchè i suoi frutti, semi, foglie, corteccia e radici contengono composti che dimostrano proprieta anti-fungho, anti-infiammatorie, anti-virali, anti-batteriche e anti-settiche.
Per la medicina occidentale, l’introduzione del Neem avviene quando i ricercatori tedeschi scoprirono l’efficacia di molti composti nel Neem ed iniziarono ad utilizzarlo come ingrediente chiave in molti prodotti. Questo fu l’inizio di un interesse mondiale nell’esplorare i benefici di una così antica pianta.
Con una vasta applicazione, gli estratti del Neem sono usati nelle creme per combattere le infezioni, nel dentifricio per le proprietà anitsettiche , la risultante è la riduzione delle carie e la guarigione dei disturbi gengivali. Il Neem nei saponi con la sue proprietà anti-batteriche lascia la pelle rinfrescata, nello shampo come anti-pidocchio controlla la forfora e il prurito della cute, quando viene mischiato in parti uguali con acqua e olii vegetali aiuta a mantenere i capelli sani e brillanti. L’olio di Neem inoltre, è curativo come pediluvio, per il piede d’atleta.
Comunque forse gli effetti più vantaggiosi del Neem sono sulla pelle. Acne, psioriasi, eczema e tigna in tutte le sue varietà, sono condizioni della pelle che sono trattate in modo efficace dai preparati a base di Neem. Secondo John Conrick, autore di “Neem the ultimate herb” il Neem è efficace quanto il cortisone per la psioriasi. Il trattamento di quest’ultima prevede sia coal tar (catrame di carbone) che il cortisone. I prodotti provenienti dal catrame sono sporchi e maleodoranti e il cortisone può assottigliare e sensibilizzare la pelle dopo l’uso frequente. Il Neem non ha nessuno di questi effetti collaterali.
Per coloro preoccupati per l’invecchiamento della pelle, le creme e le lozioni che contengono olio di Neem possono essere usate per prevenire le rughe apportando una naturale idratazione alla pelle. Per aumentare gli effetti benefici dell’olio di Neem si possono fare impacchi con la sua corteccia, aiuterà la riduzione delle rughe e lascierà la pelle morbida e ringiovanita.
I suoi effetti molteplici si possono così riassumere:
- azione immunostimolante
- azione di purificazione del sangue ed eliminazione di tossine
- regolazione della glicemia
- prevenzione dei disturbi cardiovascolari
- azione antinfiammatoria.
Si puo quindi utilizzare per:
-infezioni batteriche e virali, parassiti intestinali, candida ed infezioni fungine, ulcera gastroduodenale
-problemi della pelle quali psoriasi, acne, eczema, herpes, orticaria, pruriti, forfora
-diabete e squiliblri dello zucchero nel sangue, sovrappeso
-disturbi del cavo orale, carie, piorrea
-febbre, dolori muscolari, malaria.Ovviamente l’albero Neem, conferma la traduzione del suo nome in Sanskrito “sarva roga nivarini”: il guaritore di tutti i malanni. Alcune persone si riferiscono all’albero Neem come “il dono di Dio all’umanita’” o come gli ambientalisti si rifescono ad esso come “un prodotto veramente naturale realmente libero da ogni colpa".
Quindi perchè non cercare prodotti che contengono le proprieta del Neem così che anche tu puoi confermare la sua sicurezza e sintonia con l’ambiente?
In questo può aiutarci la ricerca dei prodotti a base di NEEM, in medicina Ayurvedica.s
Il vantaggio nell’usare il NEEM è che è assolutamente ben tollerato dal nostro organismo e sta diventando velocemente la pianta in assoluto per l’oggi e per il domani.
L’equilibrio della relazione fra natura e scienza ha fornito molti contribuiti per le cure medicinali mondiali, ma il collaboratore più antico, naturale e versatile per il genere umano è, e resta il NEEM.
Per Neem Italia Dott.C.Capozza
L'Azadirachta Indica o albero del Neem e' una pianta antichissima. Utile in moltissimi casi, ha effetti veramente eccezionali per combattere acari, scabbia, parassiti, pidocchi e per curare svariati disturbi come emorroidi, piede d'atleta, prurito, scottature, ferite, candida, psoriasi, tosse, difficolta' respiratorie, cistiti, pressione alta, funghi intestinali, depressione, diabete tipo 2, diarrea, eczemi, ulcere, debolezza del sistema immunitario, mal di testa, disturbi del fegato e altri ancora. Per Neem Italia Maria Teresa Raineri
Componenti biochimici del NEEM
Sono stati rilevati, tra gli altri, polisaccaridi, composti fenolici con catechine, vari limonoidi, genudina (agisce come il chinino), polimeri quassionoidi, acido nimbico e nimbidina (con nimbidolo, nimbina e nimbinina), azadirachtina (vari tipi), composti di zolfo (corresponsabile del forte aroma, come nell'aglio), salanina (insetticida), composti di potassio e di fosforo, carotene, vitamina C, vitamine del gruppo B (fra cui Niacina), calcio, ferro margosina, acido tannico, flavonoidi (fra cui quercitina), meliantriolo, circa 100 tra tetranortriterpenoidi- pentanortriterpenoidi-hexanortriterpenoidi-non terpenoidi, betasitosterolo, n-hexacosanolo, nonacosane, aflatossine (mycotossine, agenti tossici in caso di ingestione sopra I limiti, molto ristretti, consentiti e prolungata: ininfluenti nell'uso esterno).
Le aflatossine sono presenti in olio non raffinato e di cattiva qualità (terreni, stato dei semi, lavorazione).
L'olio è composto dai seguenti acidi grassi insaturi, rrigliceridi degli acidi
- OLEICO (41%)
- STEARICO (20%)
- LINOLEICO (20%)
- PALMITICO (18%)
- LINOLENICO ( 1%)
|
Le proteine dei semi contengono i seguenti aminoacidi:
ALANINA |
5.3% |
|
ISTIDINA |
3.4% |
|
PROLINA |
5.9% |
ARGININA |
6.3% |
LEUCINA |
+ |
SEROTONINA |
7.6% |
ACIDO ASPARTICO |
6.8% |
NORA LEUCINA |
+ |
TREONINA |
5.3% |
CISTINA |
3.1% |
ISOLEUCINA |
8.0% |
TIROSINA |
3.4% |
ACIDO GLUTAMMICO |
11.8% |
LISINA |
3.9% |
VALINA |
+ |
GLUTAMINA |
1.6% |
FENILALANINA |
+ |
METIONINA |
4.5% |
GLICINA |
7.4% |
TRIPTOFANO |
5.3% |
Altri |
3.9% |
PRIMA SCONFITTA GIUDIZIARIA DI UN BREVETTO DI PIRATERIA BIOLOGICA.
Il caso dell'albero del neem. di Linda Bullard, marzo 2005
Istituto di ricerca per le Scienze, la
Tecnologia e l'Ecologia, Nuova Dehli, India -
Gruppo dei Verdi, Alleanza Libera europea al
Parlamento Europeo - Federazione
internazionale dei movimenti per una
agricoltura biologica
Università Etica per la Condivisione della Conoscenza
DOCUMENTO D’INFORMAZIONE
L'8 marzo 2005 è stata una giornata memorabile nella storia della giustizia. La camera di
ricorso tecnico dell’Ufficio europeo dei brevetti (UEB) di Monaco ha revocato il brevetto di un
fungicida ottenuto dai semi dell'albero del neem, mettendo così termine a dieci anni di
battaglie legali iniziate con il primo ricorso contro un brevetto di pirateria biologica.
L'ALBERO DEL NEEM
Il nome scientifico dell'Albero del neem è Azadirachta indica , derivato dal nome persiano
dell'albero, Azad-Darakth , che significa « l’albero libero ». L'albero appartiene alla famiglia
dell'anacardo ed è originario del subcontinente indiano. Durante il secolo scorso fu introdotto
in molti paesi d'Africa, d'America centrale e del Sud, d'Asia e nelle Antille. L'albero del neem
è un magnifico albero tropicale a foglie persistenti che può raggiungere l'altezza di 30 metri e
2,5 metri di circonferenza. I suoi rami esuberanti formano delle chiome sferiche di circa 10
metri di diametro. L'albero del neem vegeta anche più di 200 anni.
L'India è il paese dove l'albero del neem è più sfruttato. L'albero è citato in antichi testi indiani
di oltre 2000 anni fa e da secoli viene impiegato come insettifugo in agricoltura, in medicina,
in veterinaria e nella cosmesi. È citato nella cultura, nella religione e nella letteratura diella
regione. L'India ha condiviso il suo « albero libero » e la conoscenza delle innumerevoli
applicazioni della pianta con la comunità internazionale, ma questa importante risorsa, oggi,
con il sistema dei brevetti, rischia di diventare monopolio privato di poche ditte.
Fino ad oggi sono state presentate all'UEB 65 domande di brevetto per prodotti derivati dal
l'albero del neem, di cui 22 sono state accettate, 28 respinte per varie ragioni e 9 sono
ancora all’ esame. Questi accertamenti riguardano domande di brevetto di insetticidi,
fungicidi, metodi di estrazione, formule di stoccaggio stabile di uno degli ingredienti attivi,
l'azadiractina, anticoncezionali e varie applicazioni terapeutiche. Anche se alcune società
indiane hanno chiesto brevetti sull'albero del neem, sono comunque solo una minoranza
rispetto alle multinazionali interessate, come la società farmaceutica americana Rohm and
Haas o il famoso gigante dell'industria agrochimica W.R. Grace. 1
Va sottolineto che nessuno di questi brevetti riguarda un prodotto geneticamente modificato
e che né l'albero né alcuna sua parte sono state brevettate.
L'ALBERO DEL NEEM E LA PIRATERIA BIOLOGICA
I brevetti sull'albero del neem comportano guadagni consistenti per i detentori, a detrimento
delle comunità che per prime scoprirono tutte le applicazioni possibili dell'albero e ne
condivisero la conoscenza con il resto del mondo. I brevetti sull'albero del neem non sono
che una delle voci nella lista delle risorse genetiche originarie del Sud del pianeta sulle quali
le multinazionali, prevalentemente del Nord, rivendicano diritti di proprietà intellettuale. Il
sistema di brevetti, in vigore nei paesi del Nord, non riconosce o considera come invenzione
i prodotti derivati da processi di innovazione popolare, come nel caso dell'albero del neem.
Solo quando queste applicazioni siano descritte secondo i canoni della scienza e della
tecnologia occidentali, una « invenzione » è considerata tale e si concedono all'« inventore »,
o al gruppo di « inventori », tutti i diritti di proprietà monopolistica a cui dà diritto il brevetto.
Tramite questo meccanismo si mette in atto un trasferimento massiccio di ricchezze
biologiche e intellettuali dal Terzo mondo verso il Nord.
Un primo impatto diretto del monopolio commerciale sull'albero del neem, tramite il sistema
dei brevetti, è stato l'enorme aumento della domanda di semi. Il funghicida protetto da
brevetto USA/Grace non puo' essere fabbricato senza semi originali dell'albero del neem. Il
sistema di produzione installato da Grace in India puo' trasformare 20 tonnellate di semi al
giorno. Tutti i semi raccolti sono stati acquistati dall’azienda e questo ha portato il prezzo
alle stelle e reso il prodotto inaccessibile ai normali cittadini. Lo stesso olio dell'albero del
neem, prima usato per le lampade, è praticamente introvabile perchè i mugnai locali non
riescono più a reperire i semi . I cittadini poveri hanno perso una risorsa vitale per la loro
sopravvivenza, una risorsa che prima era alla portata di tutti ad un prezzo abbordabile.
Per lottare contro l'ingiustizia provocata dalla pirateria biologica, furono fatti numerosi
tentativi per introdurre un meccanismo di « consenso preliminare » nella direttiva europea
sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche. Tale direttiva, alquanto
controversa, fu adottata nel luglio 1998 senza alcun riferimento alle misure di protezione
proposte. Si ricorse allora ad un altro strumento, la Convenzione sulla diversità biologica
(CDB) che impone ai firmatari di specificare, nelle richieste di brevetti concernenti risorse
biologiche, l'origine del materiale e di prevedere misure per il consenso preliminare delle
comunità locali così riconosciute. Anche le ONG si impegnarono sull' ADPIC (aspetti
commerciali dei diritti di proprietà intellettuale), accordo multilaterale relativo alle categorie di
brevetti che in origine faceva parte dell'”Accordo generale sulle tariffe doganali e il
commercio” (GATT). Il sistema più efficace per opporsi ai brevetti di pirateria biologica in
Europa consistette tuttavia nel far leva sulla procedura interna che li autorizza, cercando così
di creare un precedente.
CRONOLOGIA DEL CASO
Il 12 dicembre 1990, la società multinazionale attiva nel settore dell’agrochimica W. R.
Grace, con sede a New York ed il governo americano, rappresentato dal segretario di stato
all’agricoltura, hanno presentato domanda di brevetto Europeo presso l’Ufficio Europeo per i
Brevetti (UEB) a seguito di una precedente richiesta americana del 26 dicembre 1989 che
riguardava un metodo di controllo degli attacchi da funghi con l’aiuto di un olio idrofobo
estratto dall’albero del neem. Era la terza richiesta relativa ad un prodotto derivato da quella
pianta introdotta da W. R. Grace.
Dopo una procedura d’esame molto difficile e controversa, la concessione di brevetto
europeo fu pubblicata il 14 settembre 1994, con il numero 436257e la richiesta principale fu
accolta dall’UEB come: metodo di controllo degli attacchi da funghi sulle piante, che prevede
l’applicazione sui funghi di un composto a base d’olio di neem contenente tra 0,1 e 10% di
un olio idrofobo estratto dall’albero del neem, sostanzialmente privo di azadiractina, dallo
0,005 al 5% di un tensioattivo emulsionante, e da 0 a 99% di acqua.
Nove mesi dopo, tre opponenti fecero ricorso congiuntamente contro tale brevetto: Magda
Aelvoet, deputata europea, a quel tempo presidentessa del gruppo dei Verdi al Parlamento
europeo (Bruxelles), Vandana Shiva, incaricata dalla Research Foundation for Science,
Technology, and natural Resource Policy (Nuova Delhi, India) e dalla Federazione
internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica (IFOAM), con sede in Germania e
rappresentata dalla sua futura presidentessa, C. I tre partners decisero di opporsi al brevetto
per evidenziare il modo in cui i governi dei paesi ricchi -in questo caso gli Stati Uniti
d’America -e società multinazionali -ossia W.R. Grace, si alleano per rubare le risorsebiologiche
del Sud servendosi del sistema dei brevetti. È significativo che i tre opponenti
abbiano unito le loro forze : un’organizzazione originaria del paese a cui era stata rubata la
risorsa in questione, un’organizzazione internazionale che rappresenta gli utenti e i produttori
biologici di prodotti a base di albero di neem nel mondo e un partito politico ambientalista,
che potesse provocare un cambiamento nel sistema e rendere la pirateria biologica illegale.
All’interno di queste organizzazioni, furono delle donne a dare inizio e a portare poi avanti
questa iniziativa: un’indiana, una belga e un’americana.
Gli oppositori inizialmente fecero ricorso iniziale senza assistenza legale, ma poi
incaricarono il Professor Fritz Dolder , docente di proprietà intellettuale alla facoltà di
giurisprudenza dell’università di Basilea (Svizzera) , di rappresentarle. Egli mantenne
l’incarico per tutti i dieci anni necessari alla risoluzione del caso.
I tre oppositori denunciarono che l'effetto funghicida degli estratti idrofobi dei semi dell'albero
di neem era già conosciuto e diffuso in India da secoli, sia nella medicina ayurvedica per
curare le malattie della pelle, sia nella pratica agricola tradizionale per proteggere i cereali
dalle infezioni da funghi. Questo sapere tradizionale presente di fatto nella cultura indiana da
tempo immemore, portava a concludere che non esistevano i requisiti di base per la
concessione del brevetto, in particolare il “carattere innovativo” (articolo 54 della
Convenzione sul brevetto europeo) e il “contenuto inventivo” (articolo 56 della CBE,
denominata «non-evidenza» negli Stati uniti.)
Gli oppositori aggiunsero che il brevetto era contrario alla moralità, citata all'articolo 53(a)
della CBE, perché i presunti inventori rivendicavano diritti di proprietà intellettuale su una
pratica che apparteneva alla saggezza tradizionale indiana – si trattava pertanto di un furto
che, nella cultura europea, è considerato immorale. Infine, invocarono le ragioni formali di
« esposto insufficiente » (articolo 83 della CBE) e la « mancanza di chiarezza » (articolo 84
della CBE) per chiedere che il brevetto fosse revocato. In seguito trovarono un'altra ragione
da opporre, che il brevetto costituiva un monopolio di fatto su una varietà vegetale vietato
dall'articolo 53(b) della CBE.
Ci vollero cinque anni prima che la causa arrivasse alla sezione di opposizione della OEB.
In quel periodo, gli oppositori portarono prove e dichiarazioni giurate a sostegno della loro
richiesta. Una udienza fu fissata per il 9 e 10 maggio 2000 davanti alla sezione d'opposizione
della OEB a Monaco.
Il primo giorno di udienza, a mezzogiorno, un gruppo di manifestanti si radunò di fronte ai
locali dell'OEB esibendo striscioni sui quali si poteva leggere « Nessun brevetto per il furto »
e i simboli di tutti i brevetti europei relativi all'albero del neem che erano stati concessi o che
erano all’esame. Una delegazione di scienziati e agricoltori indiani e dello Sri Lanka
simbolicamente liberò dai brevetti un albero del neem alto due metri e lo offri' per un utilizzo
pubblico. Poi consegnò ad un funzionario dell'OEB una petizione firmata da 100000 cittadini
indiani che chiedevano la revoca di tutti i brevetti sull’albero del neem.
Per dare ulteriore sostegno alla loro causa, gli oppositori avevano invitato due esperti indiani:
Udai Pratap Singh di Varanasi, professore e capo del dipartimento di micologia e di
fitopatologia dell'istituto di Scienze agricole dell'Università di Banaras Hindu, e Abhay
Dattaray Phadke di Puna, direttore generale di AJay Bio-Tech Ltd., una società indiana. Il
Udai Pratap Singh è considerato dalla comunità scientifica il maggior esperto indiano in
materia di albero del neem. Il Sig Phadke è agronomo e ha commercializzato in India, un
derivato dell'albero del neem (senza chiedere permessi) dopo una fase di sviluppo e di prove
estensive effettuate con gli agricoltori . E' interessante il fatto che A.D. Phadke avesse prima
lavorato per Rhône-Poulenc e avesse proposto loro di commercializzare il prodotto. La
società aveva però ifiutato, ritenendo che non sarebbe mai stato possibile ottenere un
brevetto per un simile prodotto Presentò persino dei campioni del suo fungicida a base
di albero del neem, chiamato « Neemark ».
I detentori del brevetto dapprima sollevarono vizi procedurali, che, ad esempio, trattandosi di
tre opponenti, si dovessero pagare tre volte i diritti di ricorso, mentre i due “proprietari”
avevano pagato solo una volta per la domanda, che i diritti non erano stati pagati in tempo,
oppure che gli opponenti non europei non erano debitamente rappresentati. Comunque,
l’ufficio d’opposizione respinse tutte le obiezioni procedurali.
Come primo testimone fu chiamato A. Padke. La sua testimonianza fu lunga, dettagliata,
basata su una documentazione esauriente e precisa. U.P.Singh non fu autorizzato a restare
in aula durante la prima testimonianza per non essere influenzato. Aspetto pazientemente
per un giorno e mezzo che arrivasse il suo turno, ma non fu mai chiamato. Il primo testimone
aveva apportato prove sufficienti per far annullare il brevetto. La pretesa novità del
prodotto brevettato era stata confutata dimostrando che esso era già in precedenza di
dominio pubblico. Secondo il professor Dolder, è difficile e abbastanza raro ottenere
l’annullamento un brevetto oppugnando la mancata novità, come invece era avvenuto in
questo caso. Gli avvocati USA/Grace presentarono una « richiesta supplementare » che
modificava leggermente la formula rispetto ai parametri di Phadke: la concentrazione di olio
di albero di neem contenuta nella preparazione era ora esattamente di 0,25%. In pratica la
richiesta modificata era inutilizzabile ai fini del brevetto, in quanto, definita in modo così
preciso la percentuale non costituiva più monopolio e sarebbe stato molto facile per un
concorrente eludere il brevetto. La richiesta fu comunque subito esaminata e questa volta
l’ufficio d’opposizione dichiarò che anche nella forma modificata l’ invenzione mancava di
carattere inventivo e il brevetto fu revocato completamente.
Il panel degli esaminatori non accolse la richiesta di considerare il brevetto un monopolio di
fatto su una varietà vegetale, accettò invece la motivazione dell’opposizione che un brevetto
non deve essere rilasciato per conoscenze tradizionali.
Gli stati Uniti e W.R. Grace presentarono ricorso presso la Corte d’appello tecnico,
chiedendo l’annullamento della sentenza e presentando una nuova formula modificata della
richiesta originaria.
Per altri cinque anni continuarono i ricorsi. Nel frattempo W.R. Grace aveva ceduto i diritti sul
brevetto ad una filiale, Thermo Trilogy, la cui attività era cominciata come gruppo di ricerca
presso la W.R. Grace ed era poi diventata la divisione biopesticidi di Grace prima di essere
rivenduta. Thermo Trilogy si specializzò in pesticidi detti “biorazionali”. Nel 2001, le proprietà
di Thermo Trilogy e in particolare i brevetti, furono riacquistati da Certis, una filiale della
società giapponese Mitsui & Co., oggi uno dei maggiori fornitori mondiali di tecnologie per
l’”alimentazione sicura”. Per tutto il periodo, il governo americano rimase sempre “coproprietario”
del brevetto.
Anche se erano state previste due giornate per l’esame in appello, il caso era così chiaro che
la Corte d’appello tecnico pervenne ad una decisione in due ore. In precedenza non aveva
ritenuto opportuno riascoltare D. Phadke o il Dr Singh. I detentori del brevetto avevan tentato
nuovamente di far dichiarare irricevibile l’opposizione per motivi procedurali, ma il panel non
prese nemmeno in considerazione la richiesta. Una ulteriore richiesta che modificava la
formula del prodotto fu respinta in quanto estendeva la portata (articolo 123, paragrafo 2).
Il contenuto del brevetto fu esaminato in base alla novità. Dopo aver ascoltato le parti, la
corte si ritirò per deliberare.
Poco dopo le 11 di mattina, l’8 marzo, il presidente annunciò la revoca del brevetto. La
corte non spiegò i motivi della sua decisione , ma possiamo supporre che furono gli stessi
delll’ufficio di opposizione, che cioè il brevetto non riuniva le condizioni di novità e/o di
carattere inventivo. Una decisione scritta sarà trasmessa alle due parti. Gli Stai Uniti e
Thermo Trilogy comunque non hanno più presentato ricorso per questo brevetto che è
irrevocabilmente annullato.
LA GIURISPRUDENZA
Il caso dell ‘albero di neem fa ora parte della giurisprudenza del regime europeo dei brevetti
e ci auguriamo che possa influenzare non solo le domande di brevetto relative a prodotti
estratti dall’albero di neem, ma anche TUTTI i brevetti di pirateria biologica richiesti all’UEB.
È importante notare che la causa è stata vinta sulla base delle dichiarazioni giurate e di una
testimonianza secondo cui il prodotto era già da tempo di uso corrente.
La revoca del verdetto sull'albero del neem dimostra che é possibile sconfiggere la pirateria
biologica, ma che per riuscirci è necessario che l’uso corrente sia riconosciuto
giuridicamente a livello internazionale. La revoca non ha effetto diretto, per esempio, su
brevetti relativi all’albero di neem concessi sotto altri regimi giuridici. Tuttavia, dopo la
decisione finale dell'UEB, il “gruppo di lavoro ad hoc a durata indeterminata sull'accesso e la
condivisione dei benefici” della convenzione sulla diversità biologica (CDB), ha invitato le
parti avverse nel caso dell'albero di neem a tener conto, nei loro esperimenti, della
“specificità, della natura, della portata e del costo di una sottrazione di risorse genetiche, (e
dei loro derivati) e del sapere tradizionale che vi è collegato". L'interesse immediato mostrato
da questo gruppo di lavoro è un segno incoraggiante di come il precedente, creato dalla
sconfitta di questo brevetto sull'albero di neem, possa essere integrato in altri strumenti e
trattati internazionali vincolanti.
LA CAMPAGNA ALBERO DI NEEM
La battaglia contro il brevetto sull'albero del neem fu lanciata anche a sostegno della
campagna nazionale iniziata in India nel 1993 dagli agricoltori preoccupati che le loro risorse
genetiche e conoscenze tradizionali potessero finire sempre più sotto il controllo straniero
tramite il meccanismo dei brevetti. Paragonavano quello che stavano vivendo con una forma
moderna di " appropriazione di un bene pubblico", solo che in questo caso la privatizzazione
non riguardava terre ma il sapere di tutti. L'idea del ricorso nacque nel 1994 durante una
riunione di attivisti socio-ambientalisti in Malesia. L'anno dopo, Magda Aelvoet e Linda
Bullard furono invitate in India da Vandana Shiva per incontrare alcune ONG, le autorità
governative e la stampa, per riparlare delle varie questioni delle Patents on Life, del diritto
europeo ed internazionale in materia di brevetti e del brevetto sull'albero del neem, che
denunciarono due mesi dopo. A fianco dei tre oppositori che fecero ricorso contro il brevetto,
si sono schierate le seguenti organizzazioni: Karnataka Rajya Raitha Sangha (India), Third
World Network (Malesia), il partito dei verdi del Parlamento Europeo (UE),il coordinamento
europeo No Patents on Life! (Svizzera), i Fondi per il progresso rurale, division internationale
(Canada), Cultural Survival Canada (Canada), Cultural Conservancy (USA), Edmonds
Institute (USA), Institute for Agriculture and Trade Policy (USA), Washington Biotechnology
Action Project (USA) e Rio Grande Bioregions Project (USA). Una grande coalizione di altre
ONG europee ha a sua volta sostenuto materialmente, fisicamente e moralmente gli
oppositori.
Una parte considerevole delle spese legali è stata sostenuta da: HIVOS (Paesi Bassi); dal
gruppo dei Verdi presso il Parlamento Europeo e dal suo successore, il gruppo Verdi/ALE
del Parlamento Europeo (Bruxelles, Belgio).
Un altro valido apporto è stato fornito dalla Fondazione Schweisfurth (Monaco,Germania) e
dall' Edmonds Institute (Washington, Stati Uniti).
Parte delle informazioni di base é stata estratta da: Intellectual Piracy and the Neem Patents,
Research Foundation for Science, Technology and Natural Resource Policy, Dehradun
(India), 1993; Campaign against Biopiracy, Research Foundation for Science, Technology
and Ecology, New Delhi (India), novembre 1999.
Tutti i documenti legali connessi a questo caso sono disponibili sul sito web dell' Ufficio
europeo dei brevetti, nella sezione 'epoline', pubblicazione numero 0436257.
Per ulteriori informazioni, contattare gli uffici degli oppositori: Research Foundation for
Science, Technology and Ecology: + 91/11-26561868, -26968077, 26535422;
Il gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea presso il Parlmento europeo: +32 2 284-1692; e-
IFOAM: +49 228 926-5016;
L'avvocato degli oppositori, il professor Fritz Dolder, risponderà alle vostre domande
all'indirizzo fritz.dolder@unibas.ch.
1.
La dottoressa Ruth Tippe ha redatto una lista di tutte le domande di brevetti che
fanno riferimento all'albero del neem presentate all'Ufficio europeo per i brevetti.
Questa lista, che contiene anche lo statuto in vigore, è disponibile su domanda
presso Kein Patent auf Leben! ( rtippe@keinpatent.de ).
2.
Decisione di revoca di brevetto Europeo...dell'Ufficio europeo per i brevetti, ref.
Neemfungicide, del 13 febbraio 2001, n° della domanda/n° del brevetto 90 250 319.22117
Neem / Enea centro ricerche
L’Enea dichiara guerra all’influenza dei polli con una pianta millenaria
Roma, 12 dicembre – Potrebbe venire dall'albero del Neem una risposta concreta all'emergenza aviaria. L'Enea sta infatti studiando sui volatili gli effetti immunostimolanti di questa pianta millenaria che cresce in abbondanza in India. E i risultati sono davvero straordinari. Esperimenti condotti sui piccoli dei piccioni hanno confermato che questa sostanza è in grado di abbassare sensibilmente la loro mortalità. Una scoperta che apre la strada ad applicazioni più mirate e contingenti. “Si sta tentando di rimpiazzare gli antibiotici che vengono dati negli allevamenti intensivi, spiega Andrew Van der Esch, ricecatore presso l'Enea che da 15 anni studia le proprietà dell'albero del Neem - trovando sostanze alternative meno dannose per vaccinare gli animali, visto che quando si mangia un coniglio si rischia di prendere praticamente lo stesso dosaggio di antibiotici prescritto dal medico”. In questo contesto ben si inseriscono i semi del Neem studiati dall'Enea che ha creato un’apposita task force. “Sì, afferma Van Esch, questo albero potrebbe essere un candidato assai valido per risolvere molti problemi; la strada è davvero ancora lunga anche se ormai il fenomeno è stato scoperto riuscendo quasi ad azzerare la mortalità, che nei piccioncini è del 30%”.
L'estratto dei semi in bassissime concentrazioni, i cui costi sono assai ridotti, è stato miscelato al mangime e l'effetto è stato straordinario, tant'è che l'Enea sta contattando l'Istituto Superiore di Sanità per poter avviare al più presto una concreta collaborazione. Ma le proprietà del Neem non si fermano solamente ad un effetto immunostimolante, perché potrebbe anche essere usato per rendere sterili i volatili. “È una questione di dosaggio perché - spiega ancora il ricercatore - se dato nel mangime in quantità maggiori abbiamo scoperto che inibisce la riproducibilità dei piccioni”. Basta pensare ai danni che questi animali provocano ai monumenti artistici di tante città italiane, per comprendere la portata di questa scoperta, che comunque anche in questo caso “è ancora in una fase esplorativa”. Ciononostante non si escludono future applicazioni anche nell'uomo, perché il 'pillolo' ha effetti assolutamente reversibili, senza quindi provocare alcun danno all'organismo. “L'albero del Neem costituisce una grande occasione per tutti - conclude il ricercatore - per i paesi in via di sviluppo che mettono la materia prima (gli alberi per crescere hanno bisogno di un clima tropicale) e per noi come mondo scientifico, che mettiamo la tecnologia a vantaggio della società”.
vari:
NEEM
MELIA AZADIRACHTA
Nel corso del Seminario internazionale di Ayurveda tenutosi a Genova nel giugno 2000 ed organizzato dal Centro Joythinat, si accennò alla necessità di approfondire gli studi e quindi diffondere l’utilizzo della pianta di Neem specialmente per le sue qualità antivirali.
Il Neem è un albero a crescita molto veloce, della famiglia delle Meliaceae, con la chioma arrotondata, sempreverde; raggiunge l’altezza di 25 metri con una fronda del diametro da 5 a 10 metri. Produce molte infiorescenze a pannocchia, la produzione di frutti comincia dopo il quinto anno di età, diventa produttivo dopo il decimo anno e può vivere fino a 200 anni. Produce un legno compatto, pesante, duro (che ricorda quello di quercia), al quale in India vengono attribuite facoltà magiche ed il cui utilizzo per scopi rituali, non è consentito prima che la pianta abbia raggiunto il 100° anno.
E’ una pianta originaria del subcontinente Indopakistano ed è diffusa in India, Pakistan Bangla Desh, Birmania del nord, Sri Lanka; nel Sud Est asiatico, Filippine, Mauritius, Fiji; è presente in Medio Oriente, Africa ed una varietà in Italia, in Calabria.
IL NEEM NELLA TRADIZIONE:
Nella tradizione Indiana il Neem occupa un posto di prestigio fin dai tempi in cui furono composti i Veda; era chiamato “Sarva Roga Nivarini” che vuol dire “uno che può curare tutte le malattie e tutti i malati”; già da allora la tradizione santifica ed incoraggia l’uso di questa pianta.
Foglie di Neem vengono tenute in bocca al ritorno dai funerali; un decotto di foglie di Neem, fiori, jaggery e mango fresco viene bevuto al primo dell’anno per la salvaguardia della salute; il Mahatma Gandhi aveva inserito le foglie di Neem nella Sua dieta quotidiana (sembra per il potere “raffreddante”); quando in una abitazione c’è un ammalato, sulla porta si espone un ramo di Neem per accelerarne la guarigione.
“Una figlia voleva fare un lungo viaggio ma la mamma, pur non condividendo, viste le insistenze, acconsentì ad una condizione: nel viaggio di andata la figlia avrebbe dovuto dormire sotto un albero di Tamarindo (mitologicamente vi vivono i demoni), mentre nel viaggio di ritorno avrebbe dovuto dormire sotto un albero di Neem.
Al quarto giorno di viaggio, dopo aver dormito sotto un albero di Tamarindo, la giovane fu colta da febbre e si ammalò; non potendo proseguire, decise di tornare.
Nel viaggio di ritorno, come promesso, dormì sotto l’albero di Neem ed al terzo giorno era guarita”.
A puro titolo di accenno:
nell’ Astangahrdaya Samhita di Vagbhata compare fra i componenti di preparati contro febbre, vomito, lebbra, veleno, prurito, malattie urinarie, ferite;
durante la gravidanza, per promuovere il corretto sviluppo del feto;
in preparati contro paralisi, tumori della parte inferiore, emorroidi, tisi, inappetenza, malattie cardiache, pazzia, epilessia;
anche nel Caraka Samhita contro il vomito, contro problemi di pelle, edemi, come antiprurito, per alleviare la febbre, contro il deperimento, tosse, alterazioni della regione scapolare.
In India esistono, catalogate, circa 20.000 piante; il testo Indian Materia Medica del dr. Nadkarni ne riporta circa 2.000 che rientrano nell’uso terapeutico più esteso; di queste, circa 700 sono quelle maggiormente usate ed il numero di quelle che compaiono più frequentemente nei preparati, si riduce a non più di un centinaio.
Lo studio e la consultazione di Indian Materia Medica è di grande interesse scientifico; vi compaiono:
a) - i nomi sanscriti attribuiti nelle varie regioni dell’india, quelli utilizzati da
alcune nazioni europee e quelli di altri paesi di tradizione affini a quella indiana.
e) - le ricerche di laboratorio
g) - azione ed usi in Ayurveda , Sidda e Unani
La prima edizione risale al 1908, la seconda al 1927, la terza al 1954 e la quarta al 1999.
Tutte le piante descritte appartengono alla storia dei preparati Ayurvedici.
La Melia Azadirachta o Azadirachta Indica, detta Neem, è una di queste e merita un posto di grande risalto nell’ambito terapeutico tradizionale, attuale e, ritengo, del futuro.
Di questa pianta si utilizzano tutte le parti: corteccia, corteccia delle radici, frutti freschi, noci, semi, fiori, foglie, secrezione e linfa.
I primi studi, effettuati da Roy & Chatterjee, risalgono al 1917-18, seguiti da altro studio degli Stessi ricercatori nel 1921, successivamente da parte di Watson e dei suoi collaboratori nel 1923, nel 1930 da parte di Dutt e suoi collaboratori, nel 1931da Sen & Banerjee; l’esito di tali ricerche può essere sintetizzato in questo modo:
- La corteccia di Neem contiene un’alcaloide amaro chiamato “margosina” ed un doppio sale di margosina e soda.
- Nella corteccia della radice si ritiene che risieda una resina neutra amorfa; le foglie contengono una piccola quantità di sostanza amara ma più solubile in acqua.
- I semi contengono circa dal 10 al 31% di olio giallo amaro, i cui costituenti sono: zolfo, una sostanza giallognola particolarmente amara che si suppone essere un alcaloide, glucosidi indefiniti, acidi grassi.
Dal principio amaro è stata isolata una sostanza amorfa ed una sostanza cristallina che è stata chiamata “margosopicrina” ed un “acido margosico” .
L’utilizzo terapeutico tradizionale riferisce azione depurativa, antiprurito, antidermatite, leprosi, emetica, guarigione di ferite, antinfiammatoria, antiepilettica, cardiotonica, malattie dell’occhio, anti ittero , rinfrescante, antielmintica, microbica, contro le punture di insetti.
Gli studi più recenti confermano totalmente l’utilizzo tradizionale ed in più estendono l’utilizzo ad una più ampia casistica, quale ad esempio:
- Disordini del sistema digestivo, compresa bocca, esofago, stomaco, duodeno, fegato, pancreas, cistifellea, piccolo e grande intestino, con contemporanea difesa della fisiologia di questi organi. Cura disordini come diarrea, dissenteria, iperacidità e costipazione.
- Disordini dell’apparato respiratorio: naso, faringe, laringe, trachea, bronchi e polmoni; è efficace contro bronchiti, laringiti, faringiti, tubercolosi e pleurite.
- Disordini del sistema urinario: risulta efficace contro albuminuria, fosfaturia e bruciori durante la minzione.
- Problemi della pelle, ferite infette, ustioni infette, eczema, foruncolosi, ulcerazioni, Herpes labiale, scabia e dermatite seborroica.
- Diabete: controlla la malattia, agisce come amaro, stomacico, antiprurito, e tonico.
- Infezioni fungine quali piede dell’atleta, contro vermi intestinali, lesioni alla mucosa orale, vaginale, polmonare.
- E’ utilizzato nell’igiene orale, contro la carie, per la salute delle gengive.
- Malaria: la formulazione “Quinahansu” cura effettivamente la malattia.
- Forme virali: (Aids, Epatiti), pur non debellando la patologia, viene utilizzata con risultati incoraggianti. E’ stata comunque accertata efficacia contro microrganismi Gram positivi e Gram negativi.
- E’ provato che il Neem uccide gli spermatozoi in 30 secondi, quindi azione contraccettiva.
- Contro i morsi dei serpenti.
- E molti altri ancora…..
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